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Dopo tutte le prove effettuate è risultato evidente che l’unico metodo veramente efficace sia l’innesto a marza : doppio spacco inglese (col coltello) oppure con innestatrice  oppure nel caso la pianta sia a dimora e il fusto fosse troppo grande per il doppio spacco inglese funziona discretamente bene anche lo spacco diametrale. Qualora invece si procedesse a reinnestare una pianta a dimora negli anni successivi a quello di innesto se troppo grande si possono anche innestare i ricacci, con innesti multipli.

Quanto a alle tecniche di produzione possiamo considerare queste tre tipologie:

  1. impianto a dimora e innesto sul posto

  2. impianto in vivaio con innesto l’anno successivo

  3. impianto in vivaio o sul posto dopo l’innesto (successo non garantito)

Periodi di innesto

Come periodo propizio possiamo considerare da inizio/metà Marzo fino a fine Aprile.

Tuttavia questo è un periodo molto indicativo, prima di procedere bisogna considerare alcuni fattori, il primo è che il portainnesto deve essere in movimento, e il colurno ha una partenza ritardata rispetto per esempio alla Tonda Gentile delle Langhe (cultivar sperimentata) quindi le marze devono essere in questo caso per forza di cose refrigerate. Il secondo fattore è la costante climatica; perché l’innesto vada a buon fine serve che il portainnesto sia più avanti della marza, che resti in movimento (ossia che continui a spingere) e che la temperatura si mantenga in un certo range. Se avete cercato documentazione in giro per la rete potreste aver incontrato testi che dichiarano che per l’attecchimento del nocciolo su Colurno serve una temperatura costante di 27° (da qui il ricorso all “hot call housing”), tranquilli , è una stronzata, o meglio può essere vero perché negli esperimenti fatti, mi pare in Germania, lo scopo era di far incallire l’innesto con la pianta a radici nude, un po’ come si fa con le barbatelle di vite, ma se hanno smesso di farlo ci saranno dei motivi.

Comunque, per tornare alla tecnica di cui in oggetto, possiamo ragionevolmente dire che non servono chissà quali temperature in termini di minime e massime giornaliere, diciamo che un range che sta tra +5 e +15/18 nella media del periodo richiesto per l’incallimento l’innesto dovrebbe andare a buon fine, va però considerato che il tempo richiesto per l’incallimento è direttamente proporzionale alla temperatura, con tempi che possono variare da 15 a 25 giorni, e se in quel lasso di tempo arriva un ondata gelo secco , o comunque un ondata di freddo (anche senza gelare) ma che si protrae troppo a lungo tanto da fermare la pianta il processo di incallimento si arresta e la marza è persa.

Tuttavia, esiste anche la possibilità di giocare il jolly: se l’innesto è stato fatto per esempio tra metà e fine marzo e ci si rende conto che la marza è persa, basta capitozzare nuovamente la pianta più in basso e rifare l’innesto.

Personalmente sono arrivato ad innestare fino a metà Maggio, ma in quel caso si verifica un altro problema, se il sole è troppo forte e la temperatura troppo alta si scottano i germogli della marza che a forza di stare in frigo si sono allungati comunque , ma decisamente con poca abbronzatura.