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L’innesto del nocciolo (su Corylus Colurna) é una pratica che tuttora, specialmente in Italia risulta quasi completamente sconosciuta, o a volte ignorata. Alcuni anni fa, in procinto di fare degli impianti di nocciole ho scoperto che esisteva la possibilità di innestarle per eliminare il problema della spollonatura, a seguito di ciò mi sono subito attivato per reperire quante più informazioni possibili, senza tuttavia riuscire a cavare un ragno dal buco, se non per qualche piccolo articolo trovato qua e la in rete.

Se poi di informazioni non se ne trovavano, figuriamoci le piante, ma testardamente avevo ormai deciso che i nuovi impianti sarebbero stati effettuati solo con piante innestate, e con testardaggine e determinazione mi sono prodigato per portare a termine il mio progetto, fino a conseguire il risultato desiderato.

Ma partiamo dall’inizio:

Il Corylus Colurna, o nocciolo Turco , o Nocciolo di Costantinopoli è una pianta della famiglia delle Corilacee così come il Corylus Avellana (specie che comprende tutte le varietà da frutto coltivate) ma che a differenza di questa ha un portamento arboreo piuttosto che un portamento arbustivo , ossia non produce polloni alla base il che comporta degli ovvi vantaggi se usato come portainnesto.(specifiche informazioni sul Corylus Colurna le trovate nella pagina dedicata)

Dalle poche informazioni reperite in rete sono venuto a sapere che quella dell’innesto su Colurno in paese come la Serbia era considerata pratica usuale da parecchi anni, ma che per il resto del mondo era considerato qualcosa di soltanto sperimentale, non solo, ma che tutte le sperimentazioni effettuate in Europa (Italia compresa) erano state tutte volte non tanto a verificare quanto fosse pratica la tecnica agronomica o il miglior modo per conseguire il risultato, ma principalmente erano tutte sperimentazioni colte ad ottenere una metodologia di innesto che fosse pratica, funzionale ed economica dal punto di vista vivaistico, spesso ricorrendo a mirabolanti e fantasiose quanto strampalate idee come l’uso del “hot call housing” col risultato che tutti gli esperimenti avevano dato esito “non consigliabile”.

Viste le premesse era quindi palese che per acquistare delle piante innestate avrei dovuto attendere la prossima reincarnazione, oppure arrangiarmi da solo; dato quindi per scontato che il piano “B” era l’unica via possibile mi sono attivato per portarla a conseguimento, ma questa, è una storia che inizia nella prossima pagina…